lunedì 16 dicembre 2013

Regione: la “parentopoli” dei Teatri genovesi. Matteo Rosso e Marco Melgrati, F.I, presentano interrogazione urgente: “ bisogna rivedere il sistema che in questi anni non è stato sottoposto ad alcun tipo di verifiche e controllo”.


Sulla “parentopoli” scatenatasi in merito alla gestione dei teatri genovesi che dal Carlo Felice ha toccato anche lo Stabile e il Duse intervengono i consiglieri regionali di Forza Italia Matteo Rosso e Marco Melgrati che fanno sapere di aver presentato un interrogazione urgente: “ non contestiamo le capacità artistiche di coloro che hanno calcato o calcheranno le scene dei nostri teatri e sono figli d’arte, ma ne mettiamo in discussione l’opportunità ”.

Spiegano gli esponenti di Forza Italia : “in tutti i casi che sono venuti alla luce chi era preposto alla scelta e decisione degli spettacoli da inserire in cartellone era genitore di chi ha calcato il palco di Carlo Felice, Stabile e Duse. Con la nostra interrogazione, visto che stiamo parlando di fondi pubblici quelli che vengono utilizzati da queste realtà ed anche di soldi della Regione Liguria, vogliamo avere informazioni precise e pretendiamo che ci venga dato conto di come e perché vengono individuati alcuni spettacoli a discapito di altri. Vogliamo ad esempio capire per quanto riguarda lo Stabile se la scelta di allestire lo spettacolo di Luca Viganò, che il direttore artistico spiega voleva andare incontro alle richieste del Ministero ai teatri stabili relativamente alle opere drammaturgiche contemporanee, fosse l’unica possibile o vi era l’opportunità di valutare altre opere”.

“Siamo convinti che ancora di più di ieri oggi serva maggiore chiarezza e trasparenza – concludono Rosso e Melgrati – e cercare di assicurare le giuste opportunità a tutti coloro che meritano. A nostro parere è da rivedere tutto il sistema gestionale che ha caratterizzato questi anni,  anche le scelte in materia di direttori. Stiamo parlando di un momento difficile sotto il profilo economico che tocca molto da vicino soprattutto il settore della cultura. E’ giusto che ci sia maggior controllo anche in questo campo troppo spesso lasciato senza alcun tipo di verifiche. E questo non va bene”.


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